Non chiamiamole morti bianche. Ogni anno si assiste al triste elenco delle cifre sugli incidenti sui luoghi di lavoro, che riporta sempre tragicamente in aumento morti, feriti ed invalidi. Una “strage sociale” che sembra inarrestabile malgrado gli sforzi e le campagne sulla sicurezza dei lavoratori. Per rendere una idea ogni anno è come se scomparisse un piccolo paese.
Nella giornata dedicata al ricordo delle vittime e dei loro parenti si abbia il coraggio di definirle morti vere, di persone che uscite di casa per eseguire il proprio dovere con dignità ed abnegazione non fanno più ritorno nelle loro famiglie.
Ricordando l’art. 1 della nostra Costituzione il lavoro è un diritto inalienabile e necessario perno della nostra Repubblica ed in un mondo civile di lavoro si dovrebbe vivere e non perire; pertanto il termine “bianco” associato alla morte non rende giustizia dei braccianti stroncati sotto il sole cocente per pochi euro al giorno sotto lo sguardo di caporali indifferenti o di operai stritolati sotto le loro stesse macchine di lavoro dopo turni di lavoro massacranti.
Non si può barattare la sicurezza con un guadagno facile senza scrupoli; la tutela è una cosa seria non più utilizzabile per fare la solita accademia di rito. Basta snocciolare cifre e si passi a programmi che prevedano sanzioni e pene sicure per chi elude norme e controlli e si abbia il coraggio di attuare un efficace contrasto a chi adotta forme di lavoro nero o sommerso, area grigia dove si registrano la maggior parte degli incidenti.
E’ sotto cli occhi di tutti che gli ispettori del lavoro sono ridotti al minimo, più che dimezzati negli ultimi anni, ed il numero dei controlli è insufficiente a garantire un livello adeguato di sicurezza.
Si faccia una concreta formazione ed informazione e si dotino i lavoratori degli strumenti di protezione necessari a svolgere le loro attività. Gli imprenditori o i datori di lavoro condividano con gli RLS piani di sicurezza e li si coinvolga nella organizzazione del lavoro e rendano efficienti e sicuri i luoghi di lavoro.
Da oggi la parola d’ordine sia “Sicurezza del lavoro sostenibile” in termini di investimenti e qualità del lavoro, si combatta l’ignoranza che la sicurezza sia solo un costo inutile e si metta in luce invece il grande ritorno e vantaggio sui cicli produttivi ed innovativi e non solo.
La sicurezza è una opportunità per tutti: lavoratori, imprenditori e cittadini perchè induce una economia circolare anche con benefici sociali in termini riduzione di spesa sanitaria e pubblica e di tutela di ambiente e territorio e di creazione di nuove figure professionali con relativa creazione di nuovi posti di lavoro.
FGU Dipartimento Università Messina sostiene la cultura e l’impegno sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e si unisce alle parole del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi 13 ottobre 2019 giornata mondiale per la sicurezza “sia una occasione preziosa di riflessione e di reazione positiva affinchè simili tragedie del lavoro si arrestino“.
Il Coordinamento FGU Dipartimento Università Messina
13 Ottobre 2019
categorie: FGU-RICORDA